Il tema dello smaltimento di toner e cartucce non riguarda solo stampanti e computer. Anzi, più si va avanti e più l’argomento diventa organico, si espande, va a inserirsi in ambiti che fino a poco tempo fa si pensava fossero semplicemente parte di un altro mondo.
Pensiamo ad esempio alla gestione dei rifiuti elettronici. I toner possono far parte di questa categoria, e per questo rientrano in tutto quel calderone sintetizzato con la parola e-waste. Complice un bell’articolo apparso su Earth.org, ho pensato fosse utile fare allora un bel riepilogo della situazione. Dopo aver approfondito come si riciclano gli apparecchi elettronici scartati, vedremo cosa possono fare le piccole aziende per migliorare la situazione.
Prima di cominciare: se quando si parla di rifiuti elettronici non sai che pesci prendere, leggi il mio articolo sul rapporto tra e-waste e toner, ti può tornare utile.
Come si fa il riciclo di e-waste? E che c’entrano i toner?
Il riciclo dei rifiuti elettronici è un processo affascinante. Perché si tratta di una faccenda decisamente più complicata del riciclo degli scarti “normali”. Se vogliamo fare una sintesi tutt’altro che esaustiva dei vari passaggi, possiamo comunque dire che:
- In una prima fase, i rifiuti vengono di norma separati a mano da operatori appositi;
- Una volta operata la prima divisione, i rifiuti vengono trasportati agli impianti di riciclo;
- Qui avviene una seconda catalogazione, ancora più precisa;
- Una volta fatto ciò, i rifiuti vengono esaminati, in modo da capire quali parti possono essere estratte e riutilizzate;
- Le parti ancora utili vengono quindi estratte e, nel migliore dei casi, rivendute per un possibile riuso;
- Tutti i materiali che non possono essere riutilizzati, vengono riciclati.
Il processo di riciclo vero e proprio vede sostanzialmente l’utilizzo di un enorme frullatore che fa in piccoli pezzi i rifiuti elettronici, precedentemente smontati e separati. Questa procedura si rivela essenziale per eliminare componenti che potrebbero essere pericolose.
E qui entrano in gioco i toner. Le polveri contenute nelle cartucce, infatti, possono essere estremamente infiammabili ed esplosive – tra le altre cose. Una volta gettate nel mega frullatore di cui sopra, potrebbero fare “boom” in pochi istanti, causando un disastro. Se vuoi saperne altro sulla polvere di toner, leggi questo speciale che ho scritto qualche tempo fa.
Come siamo messi col riciclo di rifiuti elettronici?
Non siamo messi proprio una meraviglia, se lo vuoi sapere. Secondo ricerche effettuate da Statista.com, nel 2019 solo il 17,9% dei rifiuti elettronici dichiarati era stato trattato a dovere. Il riciclo e-waste, insomma, è ancora al palo. La cosa diventa ancora più preoccupante se si considera che la quantità di apparecchi lasciati a marcire in giro per il mondo è sicuramente molto più alta di quella dichiarata.
Ma c’è un ma. Il dato di cui abbiamo parlato è legato anche al fatto che molti device oggi in commercio semplicemente sono troppo complicati da riciclare. Prendi gli smartphone: gli schermi sono più grandi, ma il corpo è sempre più sottile, e certe componenti (le batterie) sempre più complesse da estrarre. Dici tu: facciamolo fare a qualcuno questo lavoro. Sì, infatti è così che si fa in molti casi. Però va pure detto che trattare questi apparecchi spesso libera nell’aria sostanza pericolose (torniamo ancora all’esempio della nostra polvere di toner).
Al momento, solo una decina di sostanze possono essere riciclate tramite procedimento meccanico: oro, argento, platino, cobalto, alluminio, rame, stagno, acciaio e piombo. Per tutto il resto, ci vuole olio di gomito.
Che ruolo hanno le aziende nel processo di riciclo e-waste?
Le imprese e i professionisti, nell’ambito del riciclo e-waste, un qualche ruolo possono averlo, certo. Prima di tutto, un utilizzo responsabile delle apparecchiature non farebbe male. Impiegare al meglio la stampante e i toner è un primo passo. Se magari una fotocopiatrice non serve sempre si può pensare di noleggiarla, invece di comprarla e lasciarla a marcire in uno scantinato. Gli esempi sono tanti, e partono dai piccoli comportamenti che ognuno di noi può mettere in atto giorno dopo giorno.
Poi certo, quando si parla di toner il pensiero va subito allo smaltimento. Un obbligo che tutte le partite IVA e le aziende devono seguire, ma che non sempre viene rispettato. E così vedi furbacchioni che buttano cartucce per strada, o nei prati, o nel bidone dell’umido. Anche quello è e-waste. Anche quello vuol dire far male all’ambiente e all’economia.
Come si risolve questo bel problema? Facile, continua a leggere.
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Detto che ogni azienda e partita IVA deve smaltire i toner a norma di legge, c’è da dire pure che l’intera faccenda potrebbe non essere così semplice. Perdersi tra una giungla di leggi, cavilli ed emendamenti è tremendamente facile. La cosa buona però è che imprese e professionisti non devono fare tutto da soli. Anzi, per legge sono obbligate ad affidarsi a un partner certificato per la gestione dei consumabili per la stampa.
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