In questo periodo particolarmente folle, con una pandemia ancora tutta da gestire, il rapporto tra smart working e consumo toner è diventato molto più forte che in passato. Capire le ragioni di questa nuova dinamica non è poi così complicato. Quello che risulta interessante, però, è comprendere come tutto ciò può modificare le abitudini di lavoro dei professionisti che si ritrovano a lavorare da casa.
Vediamo allora di capirci di più e di fare qualche riflessione sull’argomento, cercando di arrivare a conclusioni concrete.
Lavori da casa? Stampi da casa? Smaltisci toner da casa!
Siamo abituati a pensare allo smaltimento toner come a un qualcosa che riguarda i grandi numeri, le grandi aziende. I grandi capannoni lontani dalle case, magari. Invece la pandemia deve spingerci a cambiare un po’ i punti di vista. Perché ora che sono in molti a lavorare dalla propria abitazione (per scelta o necessità), cambia anche il modo di rapportarsi all’utilizzo della tecnologia.
Tra tablet per la didattica a distanza e PC per il lavoro, ecco che la cara, vecchia stampante sale alla ribalta. Perché se sei un professionista che ha bisogno di un documento da mettere su carta per presentarlo a un cliente, ma non puoi andare in ufficio, devi sbrigartela da solo. E se usi i toner, c’è poco da fare i furbi.
Mettiamo tutta la faccenda su un piano concreto, quello dei numeri. In Italia si consumano circa 360 milioni di cartucce ogni anno. Un numero che, alla luce di quanto detto finora, sembra essere necessariamente destinato a salire all’insù. E considerato che solo il 20% dei toner viene rigenerato, la conseguenza primaria di questa situazione sarà l’aumento di e-waste. Il che porta al nocciolo della questione: se ci sono più toner, bisogna smaltire più e meglio.
Un obbligo che bisogna portarsi anche dentro casa
Ne abbiamo parlato di recente, nell’articolo dedicato alla montagna di rifiuti elettronici in India. Intere parti del mondo si stanno riempiendo di PC scassati, smartphone rotti, toner esausti. Gran parte di questi rifiuti non viene riciclata, rimane semplicemente là a inquinare e rovinare la vita (presente e futura) delle persone. Una situazione insostenibile, che rischia di peggiorare ora che lo smart working imperversa nelle economie occidentali sconquassate dal COVID-19.
Ed ecco che lo smaltimento toner diventa quindi più importante che mai. Perché se tutti gli assicuratori, gli avvocati, i designer che lavorano da casa si mettono a buttare toner nell’indifferenziata, finiamo davvero gambe all’aria. Si tratta di un passaggio decisivo, che può portare a una vera e propria rivoluzione (o a una mezza catastrofe). Se il consumo toner domestico aumenta e i servizi di smaltimento rimangono al palo, l’impatto sull’ambiente a lungo termine potrebbe essere davvero complicato da analizzare.
Smaltire bene i toner è quindi un obbligo che segue i professionisti pure a casa, nei tempi e nei modi che riguardano tutte le aziende. La legge, sull’argomento, è abbastanza chiara.
Ma la legge di preciso che dice sul consumo toner?
Dice molto semplicemente che i toner li devi smaltire come si deve, anche se ormai da due anni lavori in ciabatte invece che in giacca e cravatta. Dice che devi seguire tutta una serie di regole per far sì che le brutte sostanze incluse nella polvere di toner non facciano danni seri.
Il riferimento rimane sempre il leggendario Decreto Ronchi, ovvero il D. Lgs 152/ex D. Lgs 22/97. Il primo intervento italiano che ha introdotto il concetto di smaltimento, è che è stato seguito poi da altri contributi. Quello che ti interessa sapere, in buona sostanza è questo:
- In quanto partita IVA, non puoi portare i toner alla discarica comunale come fa un comune cittadino (e non puoi buttarli nei bidoni dell’indifferenziata, pare ovvio)
- Devi affidarti a un partner per lo smaltimento serio, che si fa carico di tutte le incombenze burocratiche, ti consegna i documenti necessari e, in buona sostanza, ti fa dormire tranquillo
Tutto questo giro di leggi e obblighi è dovuto al fatto che i toner possono essere, nella migliore delle ipotesi, dei rifiuti speciali non pericolosi. E nella peggiore dei casi invece possono essere pericolosi. Te ne accorgi dal codice CER, che può essere 080318 nel primo caso e 080317. Non si tratta quindi di aggeggi da trattare come se nulla fosse. Il fatto di usarli a casa forse potrebbe far pensare di avere maggiore controllo su tutta la faccenda ma non è così: difatti, gli obblighi rimangono gli stessi sia in ufficio che nel proprio studio casalingo ricavato in un angolo dalla stanza da letto. Sintetizzo il tutto in questo modo:
Se sei il soggetto che produce il rifiuto (leggi: toner esausto) sei responsabile dello smaltimento. Anche se la stampante è a noleggio, mezza scassata o si mangia i fogli se li metti male.
Da questo assunto di fondo devi partire per capire che devi farti carico dello smaltimento in qualsiasi caso. Una grandissima scocciatura, ne sono consapevole. La buona notizia è che se trovi il partner giusto la situazione diventa molto, molto più semplice.
Metti da parte le scocciature e lavora da casa seriamente: ti aiuta Grupponotoria srl
Abituarsi al lavoro da casa può essere complicato. Devi trovare il ritmo, gli spazi, gli strumenti giusti. E poi ci sono i toner che, come visto, devono essere smaltiti a norma di legge. A meno che tu non voglia fare il furbo, giocare a guardie e ladri e finire con un fermo dell’attività e una bella multa da pagare.
Se abiti nella zona di Bari, fatti aiutare da Grupponotoria srl . Da anni siamo vicini alle attività produttive che vogliono agire nel pieno rispetto della legge quando si parla di consumo toner e smaltimento cartucce. Possiamo creare un piano personalizzato dedicato interamente alle tue esigenze che include:
- Noleggio stampante
- Fornitura carta
- Smaltimento toner
Così il tuo ufficio domestico risulterà sicuramente più efficiente, tu potrai fare a meno di occuparti di scocciature burocratiche e lavorerai più serenamente. Una bella prospettiva, che dici? Manda allora una mail a info@grupponotoria.it se sei interessato a fare smart working come si deve.