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Smaltimento toner e partita IVA: tutto quello che devi sapere!!!

Quello tra smaltimento toner e partita IVA è un rapporto di amore e odio. Molti professionisti non possono fare a meno di stampare, ma di certo tutti vorrebbero evitare le lungaggini burocratiche legate all’utilizzo dei consumabili.

Per cercare di venire incontro a medici, notai, avvocati e tutta quella schiera di figure professionali che per qualche motivo ha a che fare con i toner, ho pensato di riepilogare i temi di maggiore interesse della faccenda. Dai, che alla fine non è così complicato come sembra.

Obblighi smaltimento toner partite IVA: scocciature varie (ma necessarie)

Prima cosa: i toner esausti possono rientrare nella categoria di rifiuti speciali pericolosi (lo capisci dai dati che trovi sull’etichetta). In questi casi, è necessario identificare il tipo di scarto tramite il famigerato codice CER. A questo si aggiunge la produzione di tutta una serie di documenti, tra i quali rientrano:

Scendendo nello specifico, vale la pena ricordare che il registro di carico e scarico deve essere compilato entro 10 giorni dalla produzione del rifiuto e poi conservato per cinque anni. Il formulario di identificazione rifiuti, invece, va compilato in quattro copie dai trasportatori autorizzati che ritirano il toner. La quarta copia deve tornare a te, partita IVA o azienda, ed essere conservata per cinque anni.

Può capitare un altro scenario: quello, cioè, dei toner che non rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi. In questo caso, ci si può tranquillamente affidare alle EcoBox, contenitori che devono essere svuotati almeno una volta l’anno (l’operazione deve comunque essere accompagnata dalla compilazione del FIR).

Il procedimento corretto per imprese e professionisti

Quindi cosa deve fare una povera partita IVA che termina il suo bel toner? Dopo aver lanciato qualche imprecazione, la cosa necessaria da fare è affidarsi a un partner certificato per la gestione e lo smaltimento toner esausti.

Una volta fatto ciò, il professionista riceverà la prima copia del FIR. Questo passaggio ti serve per accertare che la società di smaltimento ha effettivamente preso in carico il toner. Alla fine del procedimento, si riceve la quarta copia del FIR, che questa volta ha il compito di attestare che lo smaltimento è andato per il verso giusto. Questo documento ti deve essere consegnato entro 90 giorni dalla fine del procedimento.

In ogni caso, ricorda che tutti i documenti che ti dà la società che si occupa dello smaltimento devono essere conservati per cinque anni.

Le sanzioni previste (ovvero: quando le partite IVA furbette finiscono male)

Sulle sanzioni legate allo smaltimento toner esausti ho parlato in passato, ma fa veramente bene tornare sull’argomento perché forse, chiarendo come stanno le cose, molti possono capire che cercare di fare i furbi non porta da nessuna parte.

Tralasciamo i riferimenti normativi e altri dettagli, perché so che tu sei un professionista che vuole andare al sodo. E quindi parliamo di soldi e multe. I casi in cui puoi rientrare sono due:

  • Sanzioni amministrative di carattere pecuniario: per i rifiuti non pericolosi – quindi i toner “normali” – le multe attualmente vanno da € 2.600 a € 15.500. Per i consumabili considerati rifiuti pericolosi (ancora una volta, dipende dal codice CER), ti può arrivare una botta da € 15.500 a € 93.000;
  • Sanzioni amministrative accessorie: il soggetto che si rende colpevole materialmente della trasgressione può venire sospeso dalla carica rivestita per un periodo che va da un mese a unanno.

Tutte cose belle, vero? Eppure le cronache locali sono ancora piene di tizi – anche professionisti stimati – che pur di risparmiare qualche soldo tentano di imboccare strade secondarie. Strade che, nella maggior parte dei casi, portano alla Questura.

Se ho una stampante a noleggio queste scocciature le evito, giusto?

No, mi spiace. Noleggiare una stampante pensando di evitare tutta la scocciatura dello smaltimento toner esausti non è una via praticabile. Lo dice la legge. Il toner lo deve smaltire chi genera il rifiuto nel corso della sua attività produttiva. Tradotto: chi “crea” il toner esausto lo deve smaltire. Quindi il noleggiatore non c’entra, la responsabilità è comunque tua anche se non possiedi la stampante.

Altra cosa carina: la tua responsabilità non termina quando affidi le cartucce alla società adibita allo smaltimento. Tu sei il soggetto responsabile fino a quando non ricevi la famosa quarta copia del FIR.

Morale della favola: com’è come non è, se stampi e finisci i toner sei tu che hai la responsabilità di smaltirli. Non è forse il sistema migliore del mondo, ma al momento è così.

Insieme ai toner posso smaltire insieme anche PC e stampanti scassate?

No. No. Decisamente no. Perché se fosse così, si assisterebbe ai campionati di getto delle stampanti nei cassonetti. Stampanti che includono toner, magari carta, inchiostro e compagnia bella. Invece no, perché PC e apparecchi per la stampa rientrano nella categoria di rifiuti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che vanno smaltiti in un altro modo.

Certi ci provano a fare di tutta l’erba un fascio, te ne ho parlato in questo articolo. Ma poi finiscono male, come al solito.

Partita IVA, non disperare: affidati a Gruppo Notoria!

Se sei una partita IVA e sei alle prese con lo smaltimento toner esausti, rassegnati: devi prenderti la responsabilità di tutta la faccenda. La cosa simpatica è che non devi fare tutto da solo. Se sei nella zona di Bari, possiamo aiutarti noi di Gruppop Notoria .

Da anni siamo vicini alle attività locali che necessitano di un’azienda seria per la fornitura e lo smaltimento dei consumabili per la stampa. Scrivi pure a contact@grupponotoria.it per saperne di più.

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