Sei un avvocato, o stai per diventare avvocato. La tua vita è piena di impegni: udienze, file per consegnare documenti, pile di fotocopie da studiare. Tutte le tue attività hanno un elemento comune: i toner. Non importa che tipo di avvocato sei, non voglio addentrarmi in tecnicismi che non conosco. So per certo, però, che stampare documenti è parte integrante della tua professione, e le cartucce per stampanti sono un tuo strumento di lavoro.
Adesso ti racconto due situazioni comuni in cui ogni studio legale si può riconoscere. E fai attenzione: alla fine ti rivelerò il segreto che ti consentirà di:
- risparmiare tempo
- spendere meno
- evitare lo stress da toner
Mi sembra un buon affare, no?
I principi del foro non hanno tempo per cambiare i toner
Pensa a questa situazione: siamo in uno degli studi legali più noti della tua città. I suoi associati sono i migliori, pretendono parcelle salate ma, in cambio, riescono ad assecondare le esigenze dei propri assistiti. Un quadro di eccellenza, insomma.
Rimanere al top, però, costa. Gli impegni sono tanti, i tempi sempre più stretti, stare dietro a tutto è veramente complicato. Succede che una mattina un socio dello studio deve recarsi in tribunale a depositare un atto. Scegli tu quale, ma fai conto che sia qualcosa di veramente importante. Qualcosa senza il quale un procedimento penale o civile non può andare avanti.
Immagini la scena? Ok. Il giorno prima dell’udienza questo associato scrive il suo atto al computer, e ne è molto soddisfatto. Pensa: “Lo farò stampare domani mattina allo stagista, prima di andare in tribunale”.
Stagista, la stampante ha esaurito il toner? Sei licenziato!
La mattina dopo l’associato arriva, e ordina allo stagista di stampare l’atto. Mancano due ore all’udienza, c’è tutto il tempo per fare un buon lavoro. Lo stagista, però, è sempre nervoso quando deve stampare qualcosa. La stampante dello studio è vecchia, a volte fa le bizze, e lui non è che sia poi così ferrato.
In ogni caso, va per stampare e succede l’irreparabile: il foglio esce dal vassoio e il testo, invece di essere uniforme e chiaro da leggere, è tutto a righe.
Il sudore inizia a colare sulla schiena dello stagista. Riprova a stampare l’atto, ma la situazione peggiora. Adesso il foglio è completamente bianco. Sa benissimo cosa è successo: il toner della stampante è finito. Per lo studio legale è una bella gatta da pelare: presentarsi in tempo prima dell’udienza con l’atto stampato è praticamente impossibile, e oltre a rimproverare lo stagista c’è veramente poco da fare.
Ecco cosa un singolo toner esausto può significare per uno studio legale:
- danno di immagine: presentarsi (o non presentarsi affatto) a un’udienza senza gli atti necessari è una dimostrazione di poca professionalità. Qualcosa della quale si parlerà per anni nei corridoi del tribunale. Lo studio legale potrebbe perdere credibilità e, quindi, clienti
- produttività ridotta: quella mattina si sarebbero dovute stampare numerose altre pagine, oltre all’atto incriminato. Con un toner esaurito, tutta l’attività dello studio si è fermata
Senza contare il povero stagista, che sta ricevendo la lavata di capo più clamorosa della sua vita.
Le cartucce sono finite, ora dove le dobbiamo buttare?
Passa con la mente a un altro studio legale. Qui sono più preparati, sanno che i toner possono finire da un momento all’altro, e per sicurezza ne hanno ordinati molti durante il loro ultimo acquisto su un sito internet di cui nessuno ora ricorda bene il nome.
Tutto procede alla grande, gli atti vengono stampati senza soluzione di continuità, ma arrivati a fine giornata uno degli associati butta l’occhio, senza volerlo, allo sgabuzzino dello studio, e vede un sacco di cartucce vuote buttate per terra.
Il giorno dopo l’avvocato chiede allo stagista, a cui sono affidati i compiti più noiosi, di occuparsi dei toner esausti. Il giovane non sa bene cosa fare, perciò trova un bel sacco della spazzatura (uno di quelli neri, sì), inizia a prendere i toner, li chiude dentro, ed esce dallo studio. Dopo, sale in macchina, si ferma al primo bidone dell’immondizia che trova per strada, e butta tutto dentro.
Avvocati o no, lo smaltimento di toner è una cosa seria
Soddisfatto, lo stagista torna nello studio legale. Al suo ritorno, l’avvocato gli chiede cosa ne abbia fatto dei toner. Lo stagista, candidamente, gli dice che li ha buttati nel primo cassonetto che gli è capitato per strada.
L’associato si copre la faccia con le mani, e dopo lancia allo stagista uno sguardo che avrebbe fulminato anche una pietra. Quello studio legale si era appena messo nei guai nella legge. E non guai da quattro soldi, ma guai penali.
Se gestito in maniera scorretta, lo smaltimento di toner può portare a conseguenze particolarmente negative per uno studio di professionisti:
- problemi di tipo legale: i toner vanno smaltiti secondo procedure precise, a meno di non voler incappare in denunce e sequestri preventivi
- problemi di tipo ambientale: i consumabili per stampante buttati come capita possono inquinare pesantemente l’ambiente, oltre che dare slancio a un traffico mondiale di riciclaggio illegale, come visto in questo articolo (http://www.soluzionestampa.com/dove-finiscono-i-toner-esausti-che-non-smaltisci-bene-a-guiyu-cina/)
- danni di immagine: uno studio legale che non rispetta le leggi è una barzelletta. Gli effetti sulla reputazione dei suoi professionisti saranno devastanti
Senza contare lo stagista, che dovrebbe rimettersi sui libri e studiare le normative sulle procedure di smaltimento toner.
Studi legali con problemi di toner? Ecco il segreto: Azzerotoner
Se ti sei ritrovato in una delle situazioni descritte nell’articolo, o hai sentito parlare di avvocati o professionisti invischiati in storie simili, ecco cosa devi fare:
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Dirai addio al pericolo di non poter stampare atti perché la cartuccia ti ha mollato proprio quando ti serviva.
Potrai fare a meno di infrangere la legge ogni volta che il toner si esaurisce e non sai dove buttarlo.
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